4 motivi per lavorare gratis

Dopo l’ultimo post:

5 motivi per non lavorare gratis!

Eccomi tornata con i 4 motivi alla rovescia, i soli che spesso (ma non sempre) motiveranno ogni tuo sforzo dopo aver accettato una nuova collaborazione.

Poco importa se non guadagnerai nemmeno i soldi per comprare una pianta grassa, ci sono occasioni per le quali qualche sacrificio non guasta.

MA ATTENZIONE!

Non è sempre così, basta un attimo per ritrovarsi incagliati in commissioni perditempo, utili solo a farti smarrire il lume della ragione..

Come riconoscere quindi le occasioni da non perdere e quelle dalle quali fuggire urlando come teenager?

Non è semplice e già sento la vocina del tuo cervello domandarsi cosa mai potrebbe guadagnarne la tua carriera da un’esperienza come quella che ti hanno proposto.

Magari scoprirai che era l’occasione della tua vita o al contrario, ti accorgerai che non era nulla di che.. l’ennesima corsa di Trenitalia (che se anche la perdi fa niente.. tanto c’è ancora quella dell’ora prima che sta arrivando con 50 minuti di ritardo).

Non saprai mai la risposta a un tale dilemma.

Esistono però alcune domande e confronti che puoi prevedere, mettiti a tavolino e fatti due calcoli, tieni conto dei sacrifici, del tempo da spendere e dell’interesse che effettivamente ti lega al progetto… insomma, cerca di capire se esistono delle motivazioni vincenti per accettare!

Ecco allora i miei 4 personali motivi per accettare una collaborazione:

MOTIVO N.1

L’ESPERIENZA DIRETTA ACCRESCE LA TUA PROFESSIONALITA’

Inutile negarlo, l’esperienza diretta è l’unica strada per raggiungere la qualità.

Come quando si dice:“Vuoi imparare l’inglese? Vai in inghilterra!”.

(Che poi sarebbe molto meglio se andassi in Irlanda, l’Inghilterra ormai è una colonia italiana..).

Ecco, la stessa cosa vale per le professioni, dunque è sempre meglio non disdegnare una valida occasione per fare pratica ed esperienza.

Sia chiaro, una tale motivazione viene a mancare nel momento in cui diventerai ben cosciente di quello che fai, della tua professione, delle tue doti e dei tuoi anni passati a studiare e praticare.

Non sto negando che ogni lavoro celi dei lati oscuri da approfondire e aggioranare anno dopo anno, non è bello sentirsi “arrivati” e sfogare sul prossimo tutta l’arroganza e la presunzione di cui siamo capaci ma credimi quando ti dico che non è affatto salutare nemmeno l’auto-svalutazione!

Accetta esperienze in grado di arricchirti ma fa in modo che la gente non inizi ad approfittare di te, finirai in un circolo vizioso di dispiaceri e delusioni.

 

MOTIVO N.2

CREA NUOVI CONTATTI

Una volta raggiunta una certa professionalità ecco che subentra il problema “contatti”.

Spesso infatti, (e parlo dei social-problematici come me) si tende a concentrare un sacco di energie sul proprio lavoro e su nuovi progetti senza tener conto che, al giorno d’oggi, senza contatti e collegamenti non si va da nessuna parte.

Ecco dunque la motivazione principale che provvederà a spingerti verso nuovi orizzonti e nuove collaborazioni: creare una rete, anche minima, di conoscenze.

Magari sei nato con un dono portentoso, sei lo Steven King della nuova generazione, il guru dei nuovi imprenditori… ma nessuno lo sa.

E se nessuno ti conosce dove diavolo puoi arrivare?

Ma valuta bene le tue possibilità: pensi di aver appena conosciuto colui che sarà il tuo partner lavorativo per  i prossimi dieci anni?

Perfetto!

Ma se non hai il tempo o lo spirito di sacrificio necessario per presentare un lavoro di qualità tanta fatica non serve a niente, anzi, sarà controproducente. I contatti che ti sei creato avranno di te una bassa opinione, e questo non va bene!

155HLo stesso vale al contrario, non abboccare ad ogni amo che ti viene lanciato altrimenti finirai per avere una lingua completamente sforellata e inutilizzabile! (Non so se hai capito la metafora..)

 

MOTIVO N.3

PIANO PIANO IL TUO NOME COMINCIA A GIRARE

Ed ecco che finiamo a parlare di visibilità, l’altro insidioso scalino necessario a crearti un piccolo spazio personale all’interno della comunità.

La visibilità poi, se ci hai fatto caso, è la principale scusa utilizzata da chiunque ti chieda una collaborazione; magari per scrivere all’interno di pagine che nessuno conosce o ancora in fase di incubazione.

Orami tutti sappiamo quanto sia difficile crearsi un minimo di seguito, un piccolo numero di “clienti” ai quali far leggere i nostri post quotidiani, una piccola nicchia che sappia apprezzare i tuoi lavori casalinghi.. dunque chi sei tu per dirmi che, se collaboro al progetto, vedrò la mia visibilità triplicare nel giro di un mese?

Lasciami dire che la presunta viabilità è la miglior trappola per gli inesperti, per chi non sa bene quale direzione prendere e tasta ogni terreno in cerca di fertilità.

Ed è giusto inciampare, ma non così spesso da non riuscire più a stare in piedi!

Ecco perché ti consiglio di studiare bene ogni offerta, informati rispetto a ogni singolo lavoro, cerca di capire quali saranno le reali possibilità di veder il tuo nome girare e se davvero esistono allora accetta!

Più di ogni altra cosa (o quasi) tu hai bisogno di pubblicità, di farti conoscere e riconoscere.. ecco allora che il tempo impiegato non è perso ma guadagnato.

 

MOTIVO N. 4

LO STAI FACENDO PER TE STESSO

Ho lasciato per ultima questa motivazione: la più difficile ma anche la più importante da accettare.

Perché la più difficile?

Perché non stai stipulando una collaborazione con altre persona ma con te stesso, ogni obbligo, ogni scadenza, ogni impegno sarà nei confronti del tuo meschino altererò che vorrebbe da te sforzi sovrumani notte e giorno.

é il più difficile perché basta un secondo per cedere e dire “Basta! Ho deciso di mollare”…

Perché è anche la motivazione più importante?

Lavorare al proprio obiettivo significa non solo faticare ma inseguire un sogno, se stai credendo in te stesso significa che hai stima di te, ti stai facendo un gran complimento malgrado il rischio di deluderti sia giorno dopo giorno sempre più alto.

Insomma.. esistono delle ragioni per le quali lavorare gratis a volte funziona ma tieni presente che quella che hai davanti non è una strada fatta tutta di mattoni gialli.. ma un vero e proprio labirinto.

E te?

Credi che valga la pena lavorare gratis? E in quali occasioni?

 

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6 Comments

  1. hai ragione cara Barbara ;) e nella migliore logica del “carpe diem”. ma attenzione agli inganni, perché capita sempre più spesso di aver a che fare con gente molto ignorante che crede tu “giochi di fantasia” quando ti viene chiesto di fare una campagna social marketing per lanciare un nuovo prodotto o un nuovo servizio.. come se “tanto per te è facile”.. come se fosse un giochino qualunque.
    concordo anche con l’esempio “il cane non agita la coda in cambio di nulla” e difendo a spada tratta ciò che so fare: meritiamo rispetto per ciò che facciamo ;)
    credo che stamperò questo tuo articolo e mi ci farò una gigantografia in camera ;) grazie! ;)

  2. Questo articolo capita a proposito per la mia situazione! Inutile dire che son d’accordo quando si parla di fare esperienza e valutare la visibilità che ne consegue (ma) senza essere sminuiti. Mi occupo di digital marketing, in particolare di social media, e sono marchigiana. Questa è una premessa per dire che il tuo articolo mi servirebbe stampato e riletto ogni giorno per garantirmi calma e pazienza – uniti alla mia tenacia- per andare avanti. Di fatto qui dalle mie parti vige ancora un’ottica vintage, quindi ben lontana dalla compresione del mio ruolo lavorativo. I clienti pretendono miracoli ( anche se spieghi molto bene che non hai la bacchetta magica) ma quel che è peggio nella maggior parte dei casi il tuo lavoro è talmente banalizzato da non proporre neanche “un baratto” come citava sopra @Luca Maciacchini.
    Quindi alla tua domanda, “Credi che valga la pena lavorare gratis?”
    Risponderei: ” Accettare di lavorare gratis solo quando il lavoro (quel determinato lavoro e non tutti) possa essere una sfida per te stesso, stimolandoti a dare il meglio per trovare la soluzione più adatta con la conclusione di una crescita professionale e una soddisfazione personale”.
    Con questo non voglio mica dire che si vive di sole soddisfazioni! :)

    1. Concordo alla grande con quello che hai detto! E non ti scoraggiare che anche dalle mie parti vige più o meno la stessa ottica.. è una triste realtà ma è così, dunque sì.. è bene accettare un lavoro che ti stimoli e ti spinga a dare il meglio di te, che ti restituisca belle soddisfazioni ma ad un patto, non farsi prendere per il…….

  3. Cara Barbara, hai descritto e sintetizzato in maniera mirabile, non scontata e coraggiosa le motivazioni che possono rendere consigliabile qualche prestazione gratuita. per conto mio ( ed è scomodo anche per me dirlo) ; ci deve per forza essere un minimo di tornaconto personale, perché come si dice in lombardia, “In cambio di niente neppure il cane agita la coda”; può capitare di farlo se c’è un minimo di prospettiva commerciale futura. Alcuni esempi: una piccola parte in un film con la speranza sufficientemente suffragata, che poi il regista (o chi per esso) ti chiami in seguito per ruoli più consistenti o significativi; oppure una piccola prestazione in un contesto POLITICO (inutile negarlo, quella gente ci è utile!); o magari può esserci una sorta di “scambio” (o se preferisci “baratto”): ad esempio: io ti “regalo ” uno spettacolo , ma tu mi dai la possibilità di realizzare il video dello stesso andando in pari con le spese. e potremmo continuare. Lì’importante è che non diventi una costante e farlo solo se si ha cognizione di causa del fatto che ne vale la pena. E SE e QUANDO ne vale la pena, possiamo capirlo solo con esperienza e a spese nostre.

    1. Esatto Luca!
      Anche secondo me il pareggio fra chi offre e chi riceve non è solo consigliabile ma DOVEROSO, per entrambe le parti.
      Ottimo anche l’esempio del cane che non agita la coda in cambio di nulla, esprime appieno il significato di tutto quello che sto cercando di comunicare..
      Infine si, alle prime esperienze si comprende a stento quanto costa il sacrificio e se ne vale davvero la pena, l’importante è tener conto delle esperienze fatte e non farsi calpestare.
      Meritiamo rispetto, alla pari di ogni altro lavoratore!

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